NON CHIUDETE IL MUSEO
CESARE LOMBROSO DI TORINO!
di
Antonio Grano
Leggo numerosi, accorati appelli da parte di gruppi di meridionalisti nei quali si invoca la chiusura del Museo Cesare Lombroso di Torino. Voglia il cielo che ciò non avvenga mai.
Sarebbe come invocare la chiusura dei campi di sterminio di Auschwitz, di Birkenau, di Buchenwald.
Da giovane ho avuto la “fortuna” di visitare il concentration-lager di Dachau, presso Monaco di Baviera. Mille libri non avrebbero potuto produrre in me l’ irriducibile sentimento di ripulsa che da allora ho maturato contro ogni atto di umana barbarie.
Sono immagini che ti si inchiodano nel dna.
Il Museo Cesare Lombroso di Torino deve vivere per l’eternità, affinché per l’eternità il martirio del Sud non rischi di cadere nell’oblio, come è già avvenuto per le mille e mille testimonianze che avrebbero potuto inchiodare i criminali franco-piemontesi alle loro responsabilità.
Ad occultare le prove delle loro nefandezze ci hanno pensato e ci pensano loro: i nipotini di Cialdini, di Govone, di Fanti ecc.
Noi dobbiamo difendere con le unghie e coi denti quelle testimonianze.
Dobbiamo rivendicare il diritto di gestione del lombrosiano museo degli orrori, affinché non si corra il rischio che prima o poi siano loro, i piemontesi, a chiuderlo o, peggio, a distruggere quelle preziosissime testimonianze dei loro misfatti.
I nostri figli e i figli dei nostri figli devono essere portati in visita a Torino, a Fenestrelle, a Gaeta, a Civitella del Tronto, a Casalduni, a Pontelandolfo, ovunque sopravvivano tracce del genocidio savoiardo.
Fenestrelle deve essere da noi protetto, pubblicizzato e reclamizzato.
Le scuole del Sud devono organizzare gite scolastiche e viaggi di istruzione sui luoghi-simbolo di quella guerra di sterminio, di quel crimine contro l’ umanità consumato ai danni delle inermi popolazioni meridionali.
Cesare Lombroso
Il Museo