domenica 31 agosto 2014

La Briganta e lo Sparviero

L' Associazione Culturale Blond - Italian Business and Cultural Iniziative - presenta il primo appuntamento dedicato alla storia del Sud, al Regno delle due Sicilie, alla sofferta unità d' Italia. 
Durante la serata si prenderà parte attivamente all' incontro-dibattito con LICIA GIAQUINTO, autrice del libro "LA BRIGANT...A E LO SPARVIERO", che narra la storia vera di Filomena Pennacchio e Giuseppe Schiavone, e a seguire un momento conviviale in cui si potranno gustare pietanze del nostro Sud e approfondire temi storici precedentemente accennati. 
L' appuntamento è rivolto a quanti, desiderosi di conoscere quella parte di storia non sempre divulgata, potranno così prendere consapevolezza delle proprie origini, e a coloro i quali, già addentro all' argomento, avranno la possibilità di approfondire tematiche a loro care, 


4 Settembre ore 20,00 - presso Il Covo dei Brigati - S. Giorgio del Sannio (BN)



Menù - cena 
Bruschette accompagnate da tegame di fagioli
Crescia con salsiccia e ricotta 
Farzora di peperoni e patate
Acqua e Aglianico del Taburno 

Prenotazione obbligatoria – Info e Prevendite 
333. 7796619 – blond.culturalbusiness@gmail.com 



La briganta e lo sparviero 
Una mattina di novembre del 1841, una donna scava un fosso in un terreno cretoso di un paese dell’alta Irpinia, poi si accovaccia e partorisce una bambina. A salvare la neonata dal gelo e dalla follia di sua madre è Reginella, una giovane vicina di casa, che quella mattina la vede, per caso. La bambina si chiamerà Filomena, e nonostante la miseria crescerà sana e forte, e diventerà bellissima e strafottente. Nella primavera del 1862, in un bosco lungo il fiume Calaggio, il suo destino si intreccerà con quello del brigante Giuseppe Schiavone, detto lo Sparviero. Filomena è fuggita da un palazzo di Sant’Agata di Puglia, dove è stata accusata di essere una ladra, e lui è appena stato morso da una vipera, mentre da solo faceva una ricognizione lungo il fiume. Il loro amore sarà immediato, assoluto e disperato, e li porterà a condividere una vita fatta di rapine, assassini e sequestri, mentre, inseguiti ovunque dall’esercito piemontese, percorreranno in lungo e in largo i territori montuosi dove si incontrano Basilicata, Campania e Puglia. Ma la loro folle corsa incontrerà l’ostacolo di una donna, Rosa Giuliani. È stata il primo grande amore di Giuseppe Schiavone e insieme hanno vissuto per anni come marito e moglie, fino a quando lui si è dato alla macchia e ha incontrato Filomena. In un meridione selvaggio e in lotta contro l’invasore, avvolto in un realismo magico che recupera le mitologie arcaiche e una tradizione fatta di riti e di durezza, le vicende di personaggi realmente esistiti sono filtrate da una scrittura evocativa e affascinante, tambureggiante come il cuore della terra che racconta Licia Giaquinto, con la sua lingua asciutta e al tempo stesso pregna dei colori e degli odori di una natura aspra eppure rigogliosa.

domenica 24 agosto 2014

Biccari (FG). Conferenza di storia

Dopo il grande successo di Vieste, il prossimo appuntamento con la nostra Storia, illustrata da Alessandro Romano, sarà sabato 30 agosto nella Piazza del Municipio di Biccari.







lunedì 18 agosto 2014

Il Sud che è stato, il Sud che sarà






VENERDI' 22 AGOSTO, ore 21.00, Vieste, Anfiteatro Marina Piccola, conversazione a due voci con Pino Aprile e Alessandro Romano, a cura di Raffaele Vescera con il Comune di Vieste e l'Associazione Sentimento Meridiano. Il tema, più attuale che mai, è "Il Sud che è stato, il Sud che sarà"... Dalla consapevolezza del passato al riscatto del futuro: è senza dubbio questa la formula giusta 
sperimentata in questi anni e da diffondere nei prossimi (decisivi) anni... 

martedì 12 agosto 2014

Campo di Giove - Madri Brigantesse




MARTEDI’ 12 AGOSTO
Mostra di immagini ceramico-pittoriche del maestro Gennaro Pisco, inaugurazione Palazzo Nanni, 12 agosto, ore 17.30, Campo di Giove, interventi del sindaco Giovanni Di Lascio, di Tiziana Coda (delegata Movimento Neoborbonico), della prof.ssa Pina Laezza e dell’autore Gennaro Pisco.
Note introduttive della mostra. "Madri brigantesse nella reazione legittimista".  Il brigantaggio post-unitario nell’Italia meridionale è stato un fenomeno sociale, politico e culturale, dovuto anche e soprattutto all’oppressione che le popolazioni locali (non solo di ceto basso) avevano dovuto subire. Esso fu una vera e propria guerra civile sostenuta e protetta da quella borghesia agraria che si sentiva vessata da un nuovo governo piemontese, il quale, per impadronirsi di un regno ricco, se ne era asservito, promettendo alla stessa ed ai contadini la proprietà assoluta dei terreni. Questa mostra è un piccolo contributo alla storia del brigantaggio femminile che apparentemente potrebbe sembrare meno importante se paragonato a quello maschile, invece, dai vari documenti emersi dagli archivi storici delle biblioteche nazionali, la donna brigantessa risulta essere in alcuni casi più spietata e crudele degli uomini briganti. Molti storici vedono nel brigantaggio femminile una rivolta atavica della donna ai soprusi di una società maschilista e clericale dell’epoca. Potrebbe essere una delle tante conseguenze che vede protagoniste madri imbracciare armi per difendere la famiglia, la terra e proteggere i loro uomini relegati “fuori dalla società”. Occorre però fare una distinzione fra le donne manutengole, più anziane, le quali avevano un ruolo molto importante, in quanto oltre ad essere dedite alla protezione della casa e delle famiglie, alla preparazione di armi e vettovaglie, si informavano degli spostamenti della guardia nazionale e piemontese, le donna brigantesse, che, invece, non erano solo “donne del brigante”, bensì compagne di guerriglie tant’è che vestivano, cavalcavano e sparavano come dei veri uomini, sovente più determinate e feroci, denotando un’espressione liberatoria dalla sottomissione e dall’oppressione millenaria subita. Erano abilissime ad organizzare le bande ed a mettersi a capo di queste, leste nel combattimento nei coltelli e pronte a sparare senza nessuna pietà. Avevano un coraggio da vendere, e brutali con il nemico più degli uomini. Non sappiamo fino a che punto fu un atteggiamento di emulazione e di ostentazione. La brigantessa non era solo madre, amante o druda come veniva considerata dai piemontesi, era anche la donna che si arruolava per difendere la sua terra. La maggior parte di esse, esteticamente, non mostravano caratteristiche dell’essere donna, infatti preferivano indossare abiti maschili per imporsi agli uomini, per non farsi riconoscere dal nemico, per essere più credibile e aggiungerei per comodità nei combattimenti. Dalle rappresentazioni storiche si evincono le varie sfaccettature del suo carattere, si lasciavano fotografare e ritrarre in pose non eleganti, spesso con abiti e atteggiamenti maschili, sguardi truci e armi alla mano. Sotto l’aspetto umano, invece, emerge la donna in tutto e per tutto, Innamorata del suo uomo, fedele, ma soprattutto gelosa, in alcuni casi, uccide senza un minimo di compassione la rivale in amore, fosse questa anche la sorella. Ossequiosa e devota al suo compagno, sopportava e accettava qualsiasi tipo di sottomissione, giustificando persino, da parte dello stesso, l’uccisione di famigliari più stretti, come padri, madri e fratelli.
Maria Oliviero, “brigantessa delle brigantesse”, la più bella e la più crudele. L’unica donna che “meritò” la pena di morte, commutata poi in lavori forzati a vita. Donna di Pietro Monaco che per quattro anni (dal 60 al 64) imperversò tra le montagne di Cosenza e Catanzaro, assassinò la sorella perché era stata l’amante del suo compagno. Era esuberante, con grande vitalità fisica e spavalda bellezza: caratteristiche che la faceva somigliare ad una gitana. Le sue imprese le hanno dato il marchio indelebile distinguendola fra tutte le altre.
Niccolina Ricciardi, donna del brigante Bizzarro che non esitò ad ammazzarlo con estrema freddezza per vendicare l’uccisione del figlio, frutto del loro amore.
In Abruzzo, nei pressi dell’Aquila, viveva Carola, una bellissima brigantessa dal volto olivastro, un fazzoletto di seta rosso intorno al capo e una grossa treccia nera. Era la spia dei due briganti, Giuseppe e Michelangelo Pomponio. Carola, aveva incontrato qualche giorno prima un gentiluomo inglese, un pittore, che rimasto colpito dall’ avvenente bellezza della donna, la invitò a seguirla nella sua dimora. D’accordo con i suoi compagni di malefatte, Carola sarebbe dovuta andare nella casa di Lord Taylor e sgozzare lo stesso per poi avvertire i due banditi e fare irruzione nella casa per derubarlo delle ricchezze.
Carola, giunta presso l’abitazione della vittima, fu colpita non solo dal rimorso, ma anche dagli atteggiamenti amabili e cavallereschi dell’inglese che, forse, finì per innamorarsene. Per la donna fu un grave errore che pagò con la vita insieme a quella del suo amante. Infatti, quando ai due banditi non giunse notizia dalla fanciulla, questi entrarono nella casa e trovarono i due amanti abbracciati. Li pugnalarono nel sonno, fracassarono ogni cosa e scapparono senza nemmeno prendere il denaro.
Insomma, donne dei briganti e donne brigantesse, donne coraggiose, spavalde e impavide, che nell’immaginario collettivo e pittoresco dell’epoca vengono descritte e passano alla storia per “eroine” perché difesero la loro patria, nonostante furono anche donne violente, truci e spietate. Donne che amarono e allo stesso tempo odiarono, che seppero farsi rispettare dai loro uomini e dagli uomini della banda. Donne che difendevano l’amore e donne che difendevano la maternità.
Gennaro Pisco, professore d’arte e cultore di storia meridionalista, mette in risalto nelle sue opere tutti questi aspetti di notevole importanza delle donne brigantesse. Nei suoi quadri è evidente il rispetto per la donna in tutte le sue forme. Donne di guerra e donne d’amore traspaiono dai suoi capolavori, in particolare mette in rilievo l’attaccamento della donna brigantessa alla propria terra, difendendola a qualsiasi costo e considerandola come un membro della propria famiglia. Indipendentemente dalle condizioni sociali, politico-culturali, la donna con il suo coraggio è riuscita sempre ad arrivare laddove sembrava impossibile, tutto questo per le sue grandi capacità innate e grande sensibilità. La Donna emblema di coraggio e simbolo d’amore e di bellezza, continuerà ancora per l’avvenire ad essere la colonna portante e punto di riferimento per la famiglia, per la crescita in generale e la speranza di un grande futuro.
Concludo dicendo: “che in ogni donna vive una brigantessa!”
Tiziana Coda
Gennaro Pisco

lunedì 11 agosto 2014

Festival "La Terra dei Briganti"





San Severino Lucano per due giorni (12 e 14 agosto) diventerà “Villaggio dei briganti”, saranno proprio i briganti, quelli che dopo l’unità d’Italia popolarono anche le nostre terre i protagonisti della seconda edizione del Festival “la terra dei Briganti”. 
La manifestazione inizia a tavola con due piatti tipici della cultura brigantesca ossia la Pastural’ (bollito di carne di pecora) e Pan’ Cafat’ (una pagnotta svuotata e riempita di frittata di peperoni e uova). La tavola sarà apparecchiata per le ore 20,00, subito dopo cena la serata sarà animata da musiche tradizional popolari dei briganti.
Giovedì il naturalista Giorgio Braschi farà da cicerone per una passeggiata. Dopo aver percorso paesaggi naturali mozzafiato e suggestivi, i partecipanti giunti sulla valle del Rubbio saranno guidati a Timpa Vitelli, un piccolo dosso roccioso fuori dal bosco di faggio, piccolo balcone panoramico sulla valle del Rubbio da dove si può ammirare la diga di Senise e le timpe di Pietra Sasso e Murge, per raggiungere la “grotta dei briganti”. 
Alle 21,30 attraverso una rappresentazione teatrale amatoriale sarà riletta una pagina importante della nostra storia, quella successiva all’unificazione nazionale. Attraverso un recital, connubio perfetto tra racconto e musica, un gruppo di attori sanseverinesi raccontano il Brigantaggio, dalla nascita ai fatti di San Severino Lucano, paese che oltre a dare i natali al capitano Jannarelli e a Serafina Ciminelli, conserva i resti di una pagina di storia vissuta.
Grazie al festival, dice il sindaco Franco Fiore, si recupera il valore culturale e storico di un fenomeno che ha interessato la nostra terra, esso coinvolge un folto gruppo di sanseverinesi che insieme hanno indagato sui fatti e ricercato musiche, piatti tradizionali e altro. soddisfazione c’è anche, conclude il primo cittadino, perché lo spettacolo è realizzato per intero da sanseverinesi.



martedì 5 agosto 2014

La Festa di San Gaetano




GIOVEDÌ 7  AGOSTO. 
Tra le Bandiere Borboniche e nel ricordo dei martiri di Pietrarsa a Napoli Torna a Napoli la Festa di  San  Gaetano.  


Giovedì 7 agosto 2014, ore 12.30, in Via San Gregorio Armeno e a Via dei Tribunali, con la collaborazione degli artigiani dell’arte presepiale e del Movimento Neoborbonico, sarà accolto con una festa di 100 Bandiere delle Due Sicilie il Generale dell'Ordine dei Padri Teatini che dalla Basilica di San Paolo Maggiore si porterà al Fondaco di San Gregorio Armeno per la benedizione dell'edicola votiva eretta nel 1946 dai reduci della Seconda Guerra Mondiale quale ex  voto al Santo legato alle origini del presepe. 
Ore 18.00 nella Basilica di San Paolo Maggiore, si celebrerà una Messa in memoria delle vittime della violenza ed in suffragio dei caduti di Pietrarsa (gli operai massacrati dai bersaglieri sabaudi durante le proteste per difendere il loro lavoro nella grande fabbrica metalmeccanica borbonica); saranno presenti i Delegati del Movimento Neoborbonico; seguirà processione con le Reliquie del Santo compatrono di Napoli.
Venerdì 8 agosto, ore 20.30, in Piazza san Gaetano concerto di musica tradizionale napoletana con Fulvio De Innocentiis e la Paranza Terra e Tammorra tra canti popolari dedicati alla riconquista del Regno del 1799 canti del "Brigantaggio" Meridionale. 


lunedì 4 agosto 2014

Briganti a Latronico (PZ)





GIOVEDI’ 7 AGOSTO 
ore 18.00 chiusura a Latronico (Potenza) della tre giorni dedicata al “Brigantaggio” con un convegno a cura della Pro Loco Acermons e dell’I.S.S.BA.M-Istituto Studi Storici Basilicata Meridionale con la partecipazione, tra gli altri, del vicepresidente del Movimento Antonio Boccia e di Gennaro De Crescenzo presso il Museo del Termalismo di Calda di Latronico. 
Nei giorni 5-6-7 agosto nel Comune di Latronico l’evento dal titolo “TERRA DI LUPI E DI BRIGANTI: i luoghi e la memoria”, promosso ed organizzato dall’Associazione Pro Loco Acermons. Tre giorni per ripercorrere i luoghi e le vicende di personaggi e protagonisti della storia locale, legati al fenomeno del Brigantaggio all'indomani dell'Unità d'Italia .
Il primo appuntamento il 5 agosto con partenza alle ore 8.00 da Agromonte Magnano. Una passeggiata naturalistica dal titolo “Al Bosco Magnano sulle tracce del tesoro dei Briganti” che, nasce  dallo spunto di una leggenda  che narra di luoghi in cui i  Briganti nascondevano le loro refurtive e che sarà l’occasione per un percorso guidato lungo i sentieri del Peschiera e del Bosco dei Faggi, nel Parco Nazionale del Pollino. Durante il tragitto ci saranno animazioni artistiche che sorprenderanno i viaggiatori, riportandoli al tempo dei Briganti.
Il secondo appuntamento intitolato“Antonio e Serafina: un sogno di libertà” avrà luogo il 6 agosto alle ore 20.00 nel bosco di Lucarelli ad Agromonte Mileo .
Una pièce teatrale all’aperto, con la regia di Nunzia Gioia che si svolgerà a Lucarelli, località collegata a vicende di brigantaggio realmente accadute, come appreso da tradizioni orali del luogo. 
Ai racconti popolari è collegata la vicenda romanzata della Banda di Antonio Franco, noto brigante lucano, datosi alla macchia per diversi anni nel Bosco Magnano. 
Seguirà una cena con menù tipico del periodo dei “Briganti”, preparata da ristoratori locali. 
La serata si concluderà con il concerto della band etno-folk lucana “Sbandamenti”.
Il terzo ed ultimo appuntamento avrà luogo il 7 agosto alle ore 18.00, un incontro-dibattito sulla storia post unitaria, presso il museo del Termalismo di Calda di Latronico dal  titolo “Briganti: eroi o Banditi?” Uno spunto per approfondire due volti del brigantaggio attraverso documenti storici ufficiali, grazie al contributo di ricercatori e relatori dell’I.S.S.BA.M-Istituto Studi Storici Basilicata Meridionale.  Ufficio Stampa ACERMONS.

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La mostra e la Conferenza sul Brigantaggio tenuta da Alessandro Romano il 19 novembre del 2005 agli alunni e docenti dell'Istituto Comprensivo "B. Croce" di Latronico (PZ).



 





domenica 3 agosto 2014

La Battaglia di Lauria





VENERDI’  8 AGOSTO
Primo evento ore 9.30-ultimo evento ore 22.30. ORE 9,30 TREKKING URBANO “Il Sacco di Lauria: dal Castel Ruggiero all’Onda dei Morti”. Partenza dalla stazione delle Ferrovie Calabro-Lucane. Escursione per il quartiere Cafaro. Passaggio per Villa Comunale rione Superiore. Visita alle chiese di San Nicola (rione Superiore) e San Giacomo (rione Inferiore). Durata: 3 ore circa. A cura dell’Associazione Viaggiare nel Pollino, con la guida di Lauria.
Escursionistica ambientale Giuseppe Cosenza. Prenotazione e Info: 3472631462 
guida@viaggiarenelpollino.it 
ORE 10 ESCURSIONE STORICO IN MINIBUS (seconda partenza ore 11.30) “Strade perdute: i percorsi dell’assalto” Il minibus parte da Largo Plebiscito, nei pressi dell’antica Porta Fontana (superiore) dove le truppe francesi fecero breccia. Prima tappa, il convento dei Frati Minori Cappuccini, depredato durante la battaglia. Si continua, poi, verso la contrada Seta, per raggiungere il sito dell’antica “Cersa di Massena”, per una breve osservazione panoramica della città con cannocchiale. Sulle tracce della via Popilia, si procede verso il Ponte S. Pietro. In questo posto il Generale Massena ordinò l’attacco su Lauria. Da qui si arriva al luogo di maggiore resistenza popolare, nei pressi dell’antica Porta Napoli e del monastero di S. Bernardino, preso d’assalto dai francesi, dove si svolgerà una seconda breve sosta, con visita guidata del convento. Sui resti della antica via che collegava le Calabrie si raggiunge il Cerruto, per una terza sosta, con visita guidata alla Sanità. Ultima tappa, il sito dell’antico torrione di S. Nicola, poco distante dall’arrivo in Largo Plebiscito e nei pressi dell’antico Palazzo Parrazzini. La partecipazione è gratuita e su prenotazione, per n. 40 posti. Start n.1 h. 10:00; Start n.2 h. 11:30. Guideranno i “visitatori” Antonio Boccia e Gennaro De Crescenzo. Ai partecipanti è riservato uno sconto sul menù 8 agosto. 
ORE 13 MENU’ ‘8 AGOSTO’ “Ricette d’epoca. A tavola con la storia” Nel ristorante ‘Vecchio Cinema’ adiacente la villa Comunale o presso ‘Aqua Loca’ nel Parco del Vincolato
ORE 17,30 GIOCO STORICO “Il mistero sotto la cenere” A cura di….. Start ore 17,30 
ORE 20,30 LE TAVERNE DEGLI INSORGENTI 
ORE 21,30 LABART. PERFORMANCE GRAFICA AI PIEDI DEL CASTELLO/ nella piazzetta ORE 22 PIECE TEATRALE (con NUNZIA GIOIA) 
ORE 23 ‘AIZAMM A VOCE’: spettacolo con MICHELE VITOLINI
Eventi a cura di ISSBAM E BASILISKOS e Pro Loco

venerdì 1 agosto 2014

Viaggio negli Abruzzi








Campodimele Folk Meeting

Si svolgerà venerdì 8 agosto a Campodimele, la VII edizione di Campodimele Folk Meeting.







La manifestazione, diventata un appuntamento annuale atteso dagli appassionati della musica popolare e della tradizione del territorio, si articolerà in due momenti.

alle 21.00: Incontro con Jeph Anelli e presentazione del suo libro “Auspici per cuori solitari”

alle 22.00: Concerto etno-popolarecon “GIANNI  PERILLI  L’ALTRETNICA”


Il maestro Gianni Perilli, eclettico musicista apprezzato in Italia ed all’estero che nella sua carriera ha collaborato con Eugenio Bennato, Pino Daniele, Tullio De Piscopo, Nuova compagnia, Peppe e Concetta Barra, ecc., oltre alle partecipazioni ai concerti ed alle colonne sonore del Maestro Ennio Morricone, ha dato vita a questa nuova formazione scegliendo particolari musicisti del Sud Pontino, per proporre e sperimentare un repertorio che, pur mantenendo come base la musica tradizionale dell'Italia centromeridionale, si apre ad altre influenze ed impostazioni musicali.
Un repertorio formato da brani composti dallo stesso Perilli e di genere popolare italiano; Saltarelli, pizziche e tarante, tammurriate e tarantelle rivisitate con particolari arrangiamenti dove si da spazio all'improvvisazione, proponendo particolari soluzioni musicali. Il gruppo, oltre a Gianni Perilli, voce, ciaramella, zampogna e sax, vede la partecipazione di Pierluigi Moschitti, musicista etnomusicologo noto in ambito popolare per i suoi progetti musicali e le pubblicazioni sul Brigantaggio e sulla tradizione, Maria Cristina D’Alessandro cantante chitarrista già leader del gruppo Katarsis, Ivan Virgulto cantante, chitarra battente e classica che ha già collaborato con Eugenio Bennato e l’Orchestra popolare Casertana, Michele Cantarella, Bassista già in formazione con Gianni Perilli, prima di un lungo periodo con Musicisti Basso Lazio. 
Attivi da due anni, “Gianni Perilli l’Altretnica” ha partecipato ai più rinomati festival ed a diverse feste di piazza riscuotendo ovunque consensi unanimi positivi. E’ stato l’unico gruppo Italiano selezionato in Austria per rappresentare l’Italia nella sezione “l’evoluzione della musica popolare ”, con concerti a Linz, Reichenstein Freistadt e nell’ambito del festival internazionale “Tanzlust Fest 2013” Gianni Perilli l’Altretnica è il gruppo scelto dal Conservatorio “L. Refice” di Frosinone per concerti e seminari sulla musica popolare italiana.