Non a caso i conquistatori piemontesi del 1860 chiusero tutte le scuole dell’annesso Regno delle Due Sicilie. Lo scopo era chiaro: togliere alle nuove generazioni la memoria storica per recidere irreversibilmente il legame tra identità, tradizione e futuro.
Nel giro di poche generazioni, morti gli ultimi briganti, il popolo perse ogni ricordo di ciò che era stato e di come e perché era ridotto alla miseria ed alla sottomissione. Furono scritti altri libri e furono raccontate altre storie.
Ma “l’oblio e le usurpazioni non sono eterni” e perciò che dopo 150 anni le nuove generazioni della nostra Terra si stanno gradualmente e prepotentemente appropriando di una storia per troppo tempo negata.
Il nostro compatriota e Delegato sannita Ubaldo Sterlicchio ci mette a conoscenza di un interessante articolo apparso sul giornalino scolastico (copia semestrale n. 2 di dicembre 2011) "Controluce" pubblicato dagli studenti del Liceo Scientifico di Telese Terme.
L'articolo, riportato alla pag. 24 a firma della studentessa Maria Rosaria Lavorgna, è titolato "Centocinquant'anni di retorica. Eroi o briganti? Processo alla Storia del Risorgimento" dimostra come la Verità Storica sta ormai abbattendo il muro delle menzogne risorgimentali in molte scuole e nelle menti libere degli intelligenti giovani del Sud.
Un articolo che dimostra l’indiscussa presa di coscienza di molti giovani e che ammonisce e mortifica i vari professori titolati che della menzogna e la mistificazione storica hanno fatto la loro fortuna.
Cap. Alessandro Romano