Intervista a Libero del 12 agosto 2012
Formigoni e la secessione di Ferragosto:
"La nostra Grecia è il Meridione"
Il governatore della Lombardia: "Il Nord non ce la fa più, serve una macroregione. Padania? Chiamatela come volete, ma avremmo un Pil superiore alla Baviera..."
"Non ce la facciamo più a trainare il Sud con
i nostri soldi. Saviano dice che io dovrei dimettermi? Si sciacqui la bocca"
di Francesco Specchia
«Macroregione». L’orizzonte perduto dei popoli del nord non sarà più la
Padania, ché sa più di capriccioso folklore tipo la Freedonia dei Fratelli Marx
o la Ruritania del Prigioniero di Zenda. «La chiami pure macroregione del nord,
una cosa strutturata, con Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Friuli ed
Emilia Romagna, e che visibilmente avrebbe un Pil superiore alla Baviera.
Saremmo una potenza europea...». Roberto Formigoni è allegramente immaginifico
nel suo nuovo progetto politico dalla Corea, dove si trova per improcrastinabili
impegni d’Expo.
Presidente, in questo momento in Corea sono le 2 di
notte. E lei è bello arzillo a parlare di come il Nord possa diventare la
Baviera italiana. Ma non era un’idea che aveva lanciato l’anno
scorso?
«No, allora parlavo di 8 macroregioni. Ora di una soltanto.
Un passo avanti che parte da un ragionamento crudo: qui l’Italia sta affondando
e non si vede la luce in fondo al tunnel. La verità è che il Nord non ce la fa
più. Non ce la fa più a trainare il Sud. I miei concittadini sono
incavolatissimi per il fatto che siano stati decisi tagli per 900 milioni -300
su base annua solo alla Lombardia- per la Sanità, mentre il Governo ha appena
finanziato con 343 milioni di euro il buco sanitario della Regione Sicilia.
Inaccettabile. La Grecia purtroppo ce l’abbiamo in casa, è il nostro
Meridione».
E con la crisi cosa c’entra?
«C’entra. Solo
il Pil pro capite lombardo è il 136% rispetto a quello dell’Italia; se andassimo
da soli saremmo il 7° paese europeo. Ma come macroregione attireremmo gli
investimenti esteri, saremmo competitivissimi. Nella crisi la scossa può darla
solo il nord che, unito, ha grande credibilità all’estero per attirare gli
investitori; e paga due volte la tasse per sé e per chi non le paga (il sud); e
ha il tessuto virtuoso delle piccole medie imprese e la sanità
migliore».
Mmhh... questa storia l’ho già sentita: non è Gianfranco
Miglio nel libro L’asino di Buridano?
«Miglio parlava un secolo fa.
E io non parlo di secessione. Però a Roma si devono rendere conto che il
purosangue del nord...»
Non parla di secessione, scusi, ma parla come
un leghista. Questa secessione d’agosto non è semplicemente un modo per coprire
lo spazio politico della Lega?
«Ma no, no. Non voglio parlare come
un leghista. E non- voglio- la- secessione. Semmai voglio dallo Stato più poteri
per le Regioni, quelli che spettano ex art.116 della Costituzione. Come
Lombardia li chiedemmo già nel 2007 per 12 materie, ma ci risposero picche; poi
lo chiesero il Veneto e la Toscana, picche anche per loro. Ma, certo, con la
forza della macroregione sarebbe un’altra cosa. Perché, vede, bisogna fare come
la Cina».
Leggi l'intervista integrale di
Francesco Specchia a Formigoni
su Libero in edicola oggi, mercoledì
8 agosto