Caserta - Pina Picierno e Stefano Graziano, deputati del Partito Democratico, presentano una interrogazione parlamentare al Ministro per i beni e le attività culturali, Lorenzo Ornaghi. La sciagurata storia della Reggia di Carditello sbarca, finalmente, alla Camera dei Deputati, grazie ai due parlamentari casertani. L’interpellanza, è finalizzata a portare all’attenzione del ministro e dell’attuale governo, le condizioni in cui versa il sito borbonico.
Nell’atto si legge: “All’interno della struttura settecentesca si trovano affreschi di Jakob Philipp Hackert, amico di Goethe e pittore di corte con Ferdinando IV di Borbone, e di Fedele Fischetti; nel 1919 gli immobili e l'arredamento del sito reale passarono all'Opera Nazionale Combattenti che procedette alla lottizzazione e vendita dei terreni, esclusi il fabbricato centrale e i 15 ettari circostanti che nel secondo dopoguerra entrarono a far parte del patrimonio del Consorzio generale di bonifica del bacino inferiore del Volturno; negli anni la reggia è stata abbandonata fino a raggiungere uno stato di degrado e di incuria che la rende oggi facile oggetto di vandalismi e furti costanti durante le recenti notti; il complesso monumentale insiste su un’area di circa 80.000 metri quadri e 150.000 metri quadri di terreno circostante; il Consorzio generale di bonifica ha maturato negli anni una situazione economica debitoria, cui non è in grado di assolvere, con l’ex Banco di Napoli, ora Banca Intesa, e che questi, attraverso la società Sga, ha avviato le procedure per vendere all’asta la reggia; con Ordinanza del 27 Gennaio 2011 il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere dispone le vendita all'asta per il 15 Marzo 2012 del complesso monumentale al prezzo base di € 15.000.000,00; la Sga ha dato la disponibilità a vendere il complesso alla Regione Campania per € 9.000.000,00; il Consiglio regionale campano non ha approvato nella legge finanziaria per l’anno 2012 la programmazione di tale spesa”.
L’interpellanza Picierno-Graziano, cade in un momento particolare, della travagliata storia della Reggia di Carditello. Tra poco più di un mese infatti, verrà battuta l’ennesima asta fallimentare, attraverso la quale, il sito reale e l’immensa distesa agricola annessa, potrebbe finire nelle mani di chiunque e, considerata la realtà di Terra di Lavoro, le preoccupazioni delle associazioni e del popolo casertano, sono più che giustificate. La richiesta dei deputati casertani, si conclude, domandando al responsabile del dicastero se: “il Ministro è a conoscenza delle situazioni di fatto in premessa; se intende intervenire per evitare che il complesso monumentale venga sottratto al patrimonio pubblico e quali iniziative intende portare avanti per riportare la Reggia di Carditello a far parte a pieno titolo del patrimonio artistico culturale del nostro Paese.” Un passo avanti che, di certo, avrà risvolti importanti e attesi con trepidazione da chi, sino ad oggi, si è speso per la tutela di un monumento che ha attraversato le lacerazioni della storia e la perniciosa indifferenza di chi era preposto alla sua salvaguardia. Sulla vicenda della martoriata Reggia di Carditello, interviene anche Fiore Marro, presidente nazionale dei “Comitati delle Due Sicilie.” La posizione dei duosiciliani su questa, come su altre questioni che vivono la cosiddetta, damnatio memoriae della storia nascosta del meridione del Paese, è nota. La visione di Marro, abbraccia un percorso storico che dura da 150 anni e, la Reggia di Carditello che fu dei Borbone, rappresenta un nodo cruciale nella più ampia sventura storica che, il Sud del Paese, ha vissuto sulla propria pelle e della quale, porta ancora indelebili i segni.
L'intervento di Marra. In tale ottica, il responsabile dei duosiciliani, nella successiva seduta del Parlamento delle Due Sicilie, che si terrà nella prima metà di marzo a Gaeta, informerà i membri di quell’assemblea, dello stato in cui versa il monumento borbonico. L’appello del presidente nazionale, è accorato e sentito: “Chiedo a tutti i figli delle Due Sicilie, a tutti quelli che hanno ancora a cuore le sorti di una intera popolazione, di fare quadrato intorno a questa vicenda. Carditello non è e non può essere solo una questione di salvaguardia architettonica ma è, a mio sommesso avviso, il risvolto della medaglia di un mondo che sta, lentamente e inesorabilmente, scomparendo; questo è il nostro mondo e noi non possiamo rimanere ancora inermi, in attesa della sua fine. Lavoreremo, come CDS, per allestire una manifestazione di protesta verso chi, in questi anni si è reso colpevole del degrado della Real Tenuta. Manifesteremo contro chi sta assassinando la nostra Storia e contro chi sta somministrando veleno dentro le vene del nostro passato. Tutto questo non è più tollerabile, altrimenti siamo correi di questo scempio.” E così si conclude, il comunicato-appello di Fiore Marro che di certo, non le manda a dire. Ma forse, oggi, la chiarezza e la lealtà, sono l’unico vero strumento di cui, questo territorio, avverte il bisogno: “Il Sito è messo all’asta al migliore offerente, ma noi cosa stiamo facendo? Ma cosa siamo diventati? Possibile che quattro straccioni calati dalle valli padane ci hanno ridotti a questo livello di degrado, da farci diventare così abulici, senza spina dorsale, senza dignità e senza onore? Voglio sperare davvero che non sia così. Comunicheremo la data della manifestazione che abbiamo programmato. Sarà questa, la nostra risposta a coloro che si fingono politici e agli amministratori responsabili del bene comune. Si darà la colpa di tutto questo al maltempo, alla pioggia, ma la verità è che l’incapacità la fa da padrone. Le colpe sono tante ma la totale indifferenza delle istituzioni nominate alla tutela del bene duo siciliano, rimane la colpevole principale di questo oltraggio. Come si riporta in una nota si intuisce da chi parte tutto questo schifo, il mio dito indice , il mio j’accuse è rivolto al Ministero per i beni e le attività culturali, al Consorzio Generale di Bonifica del Basso Volturno; alla Soprintendenza ai beni storici, artistici e culturali di questa provincia, alla Regione Campania. La loro unica preoccupazione è vendere al migliore offerente, la Storia quasi millenaria delle nostre Terre. Invito tutti, da qualunque sia il vostro credo ideologico, a rispondere a questo appello. Non possiamo più essere spettatori di questa situazione, non ci è permesso; nunca mas.” Appare evidente che, la Reggia di Ferdinando IV di Borbone, farà parlare di sé ancora a lungo. La speranza e l’obiettivo comune, di tutte le forze sane, impegnate in questa battaglia è che, il monumento resti di pubblica pertinenza e fruibile dal popolo.
Fonte: Interno18 del 12.02.212