Reggia di Carditello:
verso l'asta con il timore della proposta
Da radio Carditello prime indiscrezioni circa una proposta di acquisto che si aggira intorno ai 7 milioni di euro, Cimmino: "Non possiamo perdere il Real Sito"
SAN TAMMARO - Il ‘caso Carditello’ continua a tenere banco, grazie anche al fatto che, le ripetute aste fallimentari, fino a questo momento, siano andate deserte. Sono in tanti infatti, a domandarsi il perché delle battute a vuoto; mancano i soldi, mancano i progetti o c’è chi naviga sott’acqua per poi uscire allo scoperto al momento opportuno? Sarà la storia del procedimento giudiziario, a darci queste risposte. Intanto, filtrano le indiscrezioni. Secondo i bene informati infatti, sembra aleggi una proposta di acquisto per sette milioni di euro; l’indiscrezione però, non sembra trovare conferme e non è accompagnata da riferimenti ai progetti che dovrebbero seguire la eventuale proposta di acquisto.
Chi conosce a fondo la genesi della fattoria borbonica, sostiene che occorrerebbe prendere in considerazione, quei progetti votati alla naturale prosecuzione dell’idea originaria che ne ispirò la riconversione da luogo di svaghi e riposo, a impianto produttivo agrario e zootecnico. La Real Tenuta infatti, era governata da una moderna visione della zootecnia, emancipata dalla grande disciplina che seguiva la produzione derivante dall'allevamento e dallo sfruttamento sostenibile, degli animali da latte. Era un’azienda agricola che precorreva i tempi, avvolta da migliaia di ettari a pascoli e coltura, che coniugava la quotidiana attività di una moderna masseria, alla sperimentazione di nuove tecniche agrarie e che aveva raggiunto il suo punto di maggior successo, nella selezione di pregiate razze equine, che suscitarono le invidie degli inglesi, dai Borbone, superati anche in questo. Per tale ragione, Re Carlo, emanò il divieto di vendere le razze equine duo siciliane, fuori dai confini del regno; era un modo per proteggere i segreti custoditi nella fattoria di Carditello visto che, a quanto pare, lo spionaggio industriale, era forte anche all’epoca. Giovedì 19, altra giornata di fibrillazione per gli appassionati di Carditello: “Noi non possiamo e non vogliamo perdere il nostro simbolo migliore – dice il sindaco di San Tammaro, Emiddio Cimmino – come non possiamo correre il rischio che cada in mani sbagliate e non mi riferisco solo alla camorra che, anche in questa storia, è usata da molti come alibi. Mani sbagliate – prosegue il primo cittadino – sono anche quelle di coloro che hanno dalla loro i soldi e le giuste aderenze ma che non sanno nulla del nostro territorio e della nostra storia, alla quale potrebbero persino essere assolutamente disinteressati. La mia battaglia è per la salvaguardia della fattoria borbonica ma anche di tutto il territorio circostante.” La speranza dei più è che, presto, tutti i mercanti vengano cacciati dal Tempio affinchè, in un ideale abbraccio nel tempo, la Real Tenuta, possa riprendere il suo cammino, là dove è stato interrotto.
Fonte: Interno18 laboratorio di informazione - 17.07.2012