lunedì 4 giugno 2012

Sul furto dei libri dei Gerolomini





CONTRO LA DISINFORMAZIONE
IN DIFESA DEI GEROLOMINI


Un altro grave colpo al patrimonio storico culturale della nostra Patria è stato inferto nell’indifferenza generale. Nonostante le manifestazioni di buona volontà di politici e professori, continua inesorabile il depauperamento di quanto è ancora rimasto di prezioso, anche e soprattutto per la memoria, della nostra antica capitale.
La questione del furto nella biblioteca dei Gerolomini di Napoli di migliaia di libri antichi, molti dei quali pezzi unici di inestimabile valore, è sistematicamente passata inosservata, opportunamente mimetizzata nelle tragedie di un Stato alla deriva.
Ma gli amici e compatrioti del “Il Giglio” non ci stanno al silenzio colpevole dei mass media e dei detentori della cultura ufficiale, fiancheggiatori interessati del furto, e pertanto hanno promosso la lodevolissima iniziativa che oggi vi proponiamo e che vi preghiamo vivamente di accogliere facendovi parte attiva.



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Lettera Napoletana
dell’Editoriale IL GIGLIO

Sono molti gli interrogativi ancora senza risposta nella vicenda della sparizione dei libri della Biblioteca dei Gerolomini anche dopo l’arresto del direttore Marino Massimo De Caro e di quattro suoi collaboratori avvenuto il 24 maggio. I libri trovati in un deposito nei pressi di Verona, che sarebbe in uso a De Caro, sono 257. Per settimane, però, la stampa - ispirata dalla campagna promossa dal docente associato di Storia dell’arte moderna della Federico II Tomaso (sic) Montanari, collaboratore e blogger de “Il Fatto Quotidiano” - ha ripetuto la cifra di 1500 volumi spariti. Dove sono finiti tutti gli altri? De Caro è rimasto in carica come direttore per un anno circa. È impensabile – anche immaginando un’attività su scala industriale, e perfino l’esistenza di una “struttura parallela”, della quale parla il Corriere del Mezzogiorno (25.5.2012), giornale che ha fatto da megafono alla campagna di Montanari, che possa essere stato lui a sottrarli. Molti altri libri, dunque, sono spariti nel tempo. Come mai nessuno lo ha denunciato? Un processo e dei giudici terzi dovranno adesso verificare e delimitare le responsabilità di ciascuno degli arrestati ed indagati, ma non si può non chiedersi come De Caro - che ha presentato egli stesso una denuncia ai Carabinieri sulla scomparsa dei volumi e ne ha recuperati una decina a Londra, ad un’asta di Christie’s, contribuendo ad accendere i riflettori sulla Biblioteca dei Gerolomini - potesse pensare di poter rubare e vendere impunemente libri con i timbri della Biblioteca. Una stima su quelli che gli sono stati trovati, dell’editore-libraio napoletano Marzio Grimaldi, fissa in non più di 25 mila euro il loro valore. Una “struttura parallela” sarebbe stata messa in piedi per una somma di questa consistenza?

Fin qui alcuni interrogativi. Poi ci sono le certezze. L’inchiesta dei pm della Procura di Napoli ha avuto come detonatore una violenta campagna di stampa (cfr. “Cultura: Napoli; avvoltoi volano sulla biblioteca dei Gerolomini”, in LN50/12) ed un “appello di intellettuali”. Tra essi, oltre a noti professionisti della firma ed a maestri dell’indignazione selettiva ed a senso unico (come mai nessuno si è indignato per la Quadreria dei Gerolomini, aperta appena un giorno a settimana e priva perfino di un impianto di illuminazione mentre la Regione Campania erogava 8 milioni e mezzo di euro all’anno al cosiddetto Museo Madre? ) figurano gli esponenti di quella borghesia parassitaria ed affaristica che a Napoli si identifica autoreferenzialmente con la cultura ed intercetta da decenni massicci finanziamenti pubblici per i propri Istituti e le proprie Fondazioni private.

Questi stessi ambienti si candidano ora a gestire la Biblioteca dei Gerolomini, la Quadreria, e l’intero Complesso dei Gerolomini sul quale stanno per piovere 5 milioni di euro di finanziamenti UE destinati all’ “l’ampliamento dell’offerta di spazi per l’attività didattico - formativa e di accoglienza” (Il Mattino, 30.5.2012). Contributi per svariati milioni di euro dovuti alla Biblioteca, inoltre, attendono da anni l’erogazione da parte dello Stato, anche in questo caso senza l’indignazione di nessun intellettuale.

Il preside della Facoltà di Lettere dell’Università Federico II, Arturo De Vivo dichiara “la piena disponibilità della Facoltà per la valorizzazione ed il funzionamento dei Girolamini” (la Repubblica - Napoli, 26.5.2012), L’ex Sovrintendente ai beni artistici e storici Nicola Spinosa, in carica fino al 2009, chiede “una Fondazione laica”, per gestire chiesa, Quadreria e Biblioteca (“Il Mattino, 29.5.2012). E intanto il ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi (del quale Massimo Marino De Caro era un consulente) rampogna duramente il Sovrintendente ai Beni Architettonici di Napoli, Stefano Gizzi per aver osato esprimere la propria “personale solidarietà” al Preposito della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, Don Sandro Marsano - anche lui indagato dai pm di Napoli - e per averne testimoniato “la disponibilità e la correttezza”. (cfr. Repubblica - Napoli, 26.5.2012) Gizzi è stato convocato a Roma dal direttore generale del Ministero Antonia Recchia, affiancata da altri due funzionari, ed obbligato alla pratica staliniana dell’autocritica. Per la soddisfazione degli indignati a comando che hanno scatenato la Campagna dei Gerolomini. Al preside De Vivo bisognerebbe chiedere quanti libri sono scomparsi negli ultimi anni dalla biblioteca della Facoltà di lettere e dagli altri Istituti della Federico II. A Spinosa bisognerebbe chiedere conto dello stato disastroso di monumenti e musei napoletani. Agli indignati a comando, che oggi si stracciano le vesti per il “saccheggio della preziosa biblioteca dei Gerolomini”, tra i quali si allineano compatti i saccheggiatori delle risorse pubbliche destinate al patrimonio culturale di Napoli, invece, si può solo rispondere con i fatti. Difendendo i Padri Gerolomini e la continuità della loro presenza a Napoli che conta quasi cinque secoli e si intreccia con la storia della città, ed esprimendo piena ed incondizionata solidarietà a Don Sandro Marsano. Al di là di ogni inchiesta e di ogni campagna di disinformazione. (LN52/12).
Lettera Napoletana invita a firmare la petizione on - line promossa da Fraternità Cattolica al Procuratore della Congregazione dell’Oratorio, Padre Edoardo Aldo Cerrato C.O, ed al Cardinale Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe.