Italo-americani in campo per Pompei:
pronti 150mila dollari per il museo
di Gerardo Ausiello.
NAPOLI - Dall’America all’Italia per aiutare gli scavi di Pompei a scrollarsi di dosso il degrado. È l’ardua sfida lanciata dai vertici della Niaf, la Fondazione italo-americana che opera da una parte all’altra dell’Atlantico e che ha messo in campo un progetto a tutela dei beni culturali del Sud: si tratta di una partnership tra la principessa Beatrice di Borbone delle Due Sicilie e l’organizzazione guidata dal chairman Joseph Del Raso e dal presidente John Viola.
«L’Italia possiede un patrimonio culturale straordinario che si trova in una condizione difficile - spiegano al Mattino i dirigenti Niaf - L’incuria e la scarsa manutenzione contribuiscono a peggiorare lo stato dei monumenti, ulteriormente deturpati da scritte e graffiti. Bisogna subito correre ai ripari». Da qui l’impegno diretto della Fondazione che, anche simbolicamente, ha scelto di avviare a Pompei il primo progetto di questa speciale collaborazione oltreoceano: 150mila dollari saranno così donati dalla Niaf per la valorizzazione del museo della città mariana.
«È solo l’inizio - assicura Del Raso - L’arte e la cultura del Paese ci stanno molto a cuore e vogliamo rimboccarci le maniche con azioni concrete. Lo abbiamo già fatto in passato impegnandoci economicamente per la ricostruzione dopo il devastante terremoto che ha colpito L’Aquila». Ma perché, pur avendo un patrimonio del genere, l’Italia non riesce a difenderlo e rilanciarlo? «Siete all’avanguardia in termini di tecnologie, personale ed esperienza - sottolinea Viola - Occorre solo una presa di coscienza collettiva, una scossa che spinga tutti a fare la loro parte».
I vertici della Niaf parlano del «senso civico, che spesso manca e che invece va rafforzato sempre di più». Quanto alle responsabilità della politica, avvertono: «Sono i cittadini a scegliere i propri rappresentanti e devono giudicarli sulla base delle azioni che compiono. L’Italia può mostrare al mondo le proprie ricchezze e chiedere un sostegno, ma i primi passi devono farli gli italiani». Nel corso della missione all’ombra del Vesuvio, i rappresentanti della Fondazione hanno incontrato il console generale degli Stati Uniti a Napoli Colombia Barrosse ma anche il governatore Stefano Caldoro.
Al centro della riunione a Palazzo Santa Lucia, in particolare, i rapporti di collaborazione tra Regione Campania e Niaf e l’impegno reciproco per la diffusione in Nord America della dieta mediterranea. «Siamo in sintonia e continueremo a dialogare», assicura il chairman. È gelo, invece, con il sindaco Luigi de Magistris: «Non lo abbiamo incontrato. Siamo stati a Palazzo San Giacomo ma lui aveva altri impegni», taglia corto il presidente.
Un pensiero Del Raso e Viola lo rivolgono, poi, ai parenti di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto dopo un lungo calvario: «Siamo vicini alla sua famiglia, quello che è accaduto è terribile. Pregheremo per tutti loro». Questa tragedia però, s’affrettano a chiarire, non deve danneggiare l’immagine di Napoli all’estero: «Gli incidenti legati al tifo violento accadono ovunque. Due anni fa si è consumata una tragedia simile a San Francisco, per una semplice partita di baseball».
Negli Stati Uniti, inoltre, c’è grande attenzione all’emergenza ambientale della Campania e agli effetti dell’inquinamento sulla salute delle persone: «In prima linea, tra Italia e America, ci sono autorevoli scienziati e ricercatori, che stanno monitorando la situazione - osserva Del Raso - Penso all’oncologo Antonio Giordano (direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia e membro del Cda Niaf , ndr). Non si deve mai abbassare la guardia». E a proposito di Terra dei fuochi oggi la Niaf si sposterà a Bellona, in provincia di Caserta, per donare un appezzamento di terreno alla casa famiglia «Salvatore Rosa», che ha assistito per anni bambini orfani e vittime di violenze.
Dalla cultura all’ambiente al sociale, dunque, ma con lo stesso filo conduttore: ritrovare l’orgoglio civico per voltare pagina. I vertici della Niaf citano l’esempio di New York che «negli anni Novanta era ostaggio di caos e criminalità. Poi, grazie alle azioni dei sindaci Rudolph Giuliani e Michael Bloomberg, ha cambiato completamente volto. Napoli è un po’ così: una città ricca di contrasti ma magica, che ti toglie il fiato. Vedi Napoli e poi muori. Era vero ieri e lo è ancora di più oggi».
FONTE:
IL MATTINO di sabato 28 giugno 2014.