Non si potrebbe sollevare alcuna critica né, tanto meno, puntare il dito su quelle divise se gli storici non gareggiassero ad andare indietro nel tempo, talmente indietro da toccare quel periodo storico in cui i bersaglieri si macchiarono di efferati crimini sulla popolazione inerme. Oggi che la verità storica è ormai alla portata di tutti, anche grazie all’opera di ricerca e diffusione che tutti noi stiamo facendo da decenni, certo non fanno una bella figura. Ed allora la domanda: i bersaglieri della Repubblica Italiana nascono il 2 giugno del 1946 o il 18 giugno del 1836 in Piemonte? Nel primo caso “nulla questio”, nel secondo sicuramente ci devono delle scuse ufficiali, accompagnate da tanta loro vergogna.
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Movimento Neoborbonico e "Parlamento delle Due Sicilie".
In occasione del Raduno Nazionale dei Bersaglieri previsto a Salerno dal 13 al 19 maggio; in considerazione di una nuova e sempre più documentata e diffusa storiografia sugli avvenimenti che accompagnarono l’unificazione italiana; in considerazione del ruolo spesso decisivo che ebbero i bersaglieri in molte delle azioni “di guerra” che causarono numerosissime vittime durante la cosiddetta “repressione del brigantaggio” e anche tra i civili; in considerazione delle scuse ufficiali che il rappresentante del Comitato per le Celebrazioni dei 150 anni dell’Italia Unita, on. Giuliano Amato, anche a nome del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha portato nell’agosto del 2011 al Comune di Pontelandolfo, la cui popolazione fu vittima di una di quelle drammatiche azioni di guerra operate dai bersaglieri; il Movimento Neoborbonico e il “Parlamento delle Due Sicilie”, associazioni culturali impegnate fin dal 1993 nella ricostruzione della memoria storica, hanno inviato ai responsabili del Comitato per il Raduno dei Bersaglieri alcune PUBBLICAZIONI con documenti relativi ai fatti citati e li hanno invitati a recarsi in VISITA presso una delle località al centro di quei tragici avvenimenti di cui furono protagonisti proprio i bersaglieri (da Pontelandolfo a Casalduni, da Pietrarsa alla vicina AULETTA) inserendo nel vasto e articolatissimo programma ufficiale un momento di ricordo, riflessione e preghiera per chi è caduto, senza colpe, stando dalla parte dei vinti. Anche dopo oltre un secolo e mezzo, le scuse simboliche possono essere un gesto carico di onore e di coraggio.
Ufficio Stampa.
www.neoborbonici.it
www.parlamentoduesicilie.it
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dal MATTINO del 12 maggio 2013