La storia del Meridione approda nel largo San Castrese
di Massimiliano Ive
di Massimiliano Ive
Per una sera il largo San Castrese di Castel Volturno è tornato a rivivere. Tra i ricordi degli spettatori del centro storico, molti dei quali sono nati e vissuti all’interno del quartierino o borgo fortificato, oggi ridotto piuttosto male e in una precarietà strutturale deprecabile, nonché tra i ruderi della memoria storica e religiosa di Castel Volturno dimenticata e per il momento assopita e quiescente, Francesco Di Napoli ha portato in scena uno spettacolo di rivisitazione storica sull’Unità d’Italia, che certamente farà discutere: “O sang e chi c’è muort”.
La bandiera dei Borbone, quella del Regno delle Due Sicilie è stata apposta a ridosso dell’arco del largo San Castrese, mentre per via Radiperto vi erano cartelloni informati che sintetizzavano gli eventi storici rivisti e riscritti secondo documenti storici del tutto critici sulla campagna militare nel Sud per l’Unità d’Italia. Nella piazzetta del largo San Castrese, stracolma per l’occasione, è stata offerta al pubblico una kermesse struggente, romantica, nostalgica, commovente, ma nel contempo anche di denuncia critica sulla campagna militare di Giuseppe Garibaldi, nell’Italia Meridionale e precisamente in Campania.
Promesse mancate, eccidi, illusioni, manomissioni politiche, verità celate in nome dell’Unità d’Italia.
La maschera di Pulcinella, barlume della cultura campana, simbolo del bel vivere (mangiare, bere e dormire, nonché sopravvivere ed essere indifferente) colta all’improvviso dal cambiamento, diviene nella sua sfera comica coacervo di riflessione. Briganti, personaggi che vivono, muoiono, combattono e denunciano l’usurpazione di un regno.
Ovviamente questa è un’altra storia, in quanto alla fine dello spettacolo sul palco appare l’immagine dell’Italia che richiama tutti all’unità, dichiarando che tutti siamo figli suoi, invitando sempre tutti a non dimenticare.
L’Italia riprende lo sconforto di Pulcinella e invoglia tutti a reagire seguendo un cammino insieme, risvegliando l’identità del Sud che non è impari o inferiore al Nord: magari rivedendo la propria immagine indecorosa e migliorando il suo aspetto. Lo spettacolo, a quanto si è
appreso, è stato autofinanziato mediante sponsor e con una questua artistica inscenata da Pulcinella che, passando tra gli spettatori, ha chiesto un contributo per la kermesse.
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