ASSOLTO FERDINANDO II DI BORBONE
dalle solite malefiche accuse mosse dalla stantia retorica risorgimentale
Che il vento sia cambiato lo diciamo da tempo e di certo non può essere confermato da una manifestazione, ma il 29 agosto, alle 21.30, a Sapri abbiamo avuto una dimostrazione significativa di questa verità. Nel “processo” a Ferdinando II organizzato nella città ancora molto legata alla storia “anti-borbonica”, Ferdinando II è stato assolto con un giudizio netto dalla “giuria popolare” in una piazza gremita (oltre 900 presenti), un parterre con personalità di spicco del mondo soprattutto del diritto della zona (giudici, senatori e molti avvocati…) e alcuni affettuosi e partecipi esponenti del mondo neoborbonico-borbonico-duosiciliano.
Ferdinando è stato assolto dopo una breve ma parzialissima commedia (“inquinamento delle prove” l’ha definita la Difesa), di fronte a ben 12 “capi di imputazione” presentati dall’Accusa (lo stesso organizzatore, avv. Franco Maldonato con l’associazione Oltre Pisacane) carichi di tutto l’armamentario consueto e abusato della retorica e della cultura ufficiale: il 1848, Gerace, Gladstone, i fratelli Bandiera o quei moti di Bosco confutati, ovviamente, dalla Difesa in quanto riferibili a Francesco I e di certo non al figlio Ferdinando II, come dimostrato dai decreti presentati al prof. Alfonso Conte (Università di Salerno), puntuale e imparziale presidente del “tribunale”.
Premiata la Difesa di un Pino Aprile in grandissima forma (e in splendida toga!) come al solito documentato, ironico e appassionato, con la testimonianza di Gennaro De Crescenzo, con la consulenza legale dell’avv. Antonio Boccia e dopo lunghe e articolate ricerche e sedute in questi giorni. La linea difensiva era articolata su più punti:
- la difesa di un re che regalò primati soprattutto economici e sociali al suo regno e ad i suoi Popoli, compreso quello di Sapri, come dimostrano semplicemente ad esempio i dati della popolazione raddoppiata in epoca borbonica e ferma negli anni successivi…;
- la necessità di contestualizzare sempre la storia ed in particolare la nostra storia, quella del Sud: una sola condanna a morte negli ultimi 12 anni borbonici, 113 quelle dei Savoia in soli 5 anni oltre ai 10 anni di massacri e devastazioni nel Sud -o a Genova o a Novara- per i quali non sono mai stati processati…;
- la necessità di collegare il passato e il presente: il diritto-dovere per Ferdinando II di difendere il proprio regno ai sensi delle leggi del tempo ma anche di quelle che sono addirittura in vigore oggi, gli eterni interessi inglesi sull’Italia -altro che moti spontanei nel 1848 come nel 1860-, le conseguenze di un’unificazione con questioni tuttora irrisolte e drammatiche;
- la possibilità, per la giuria popolare, di votare per Ferdinando, re dell’orgoglio e dei primati, ma anche e soprattutto per se stessi e per quel popolo massacrato perché “borbonico” nel 1799 come nel 1806 o nel 1860, dimenticato e disprezzato dalla storia, dalla cultura ufficiale e da quelle classi dirigenti, capaci (dal “risorgimento” ad oggi) solo di difendere se stesse e i loro interessi.
E’ chiaro che si trattava di un gioco ma la seriosità dell’Accusa, i lunghissimi capi d’accusa rimodulati e inviati più volte alla Difesa (a meno di 48 ore dall’evento), un contesto storicamente “ostile”, una giuria veramente “popolare” (hanno votato tutti i tanti e qualificati presenti) rendono simbolicamente giustizia alla storia e ad un grande personaggio della storia del Sud e trasformano quel gioco in un segnale positivo sulla strada della sempre più necessaria ricostruzione di verità storica e identità.
Insomma: una vittoria e, forse, pure in trasferta!
Pino Aprile