Per quanto ci riguarda, faremo sentire la nostra presenza, esprimendo con civiltà ed il consueto rispetto civico il nostro dissenso e la nostra viva contrarietà ad una ricorrenza che ci offende soprattutto per la carenza di verità storica, animando a Napoli una serie di attività che abbiamo riassunto nel manifesto allegato.
Questi sono appuntamenti dove non è giustificato delegare la propria presenza.
Nell’occasione del 17 marzo, si esporrà la Bandiera Dinastica del Regno delle Due Sicilie, possibilmente listata a lutto.
A Napoli, controcelebrazioni dei 150 anni d'unità d'Italia
di Angelo Forgione
Napoli non resta a guardare i retorici festeggiamenti degli avvenimenti storici che ne hanno decretato la morte.
Nella ex-capitale del Regno delle Due Sicilie, tutti i meridionalisti sono invitati a partecipare a tre importanti eventi di controcelebrazione.
Il 15 l'appuntamento è accademico e culturale: nella prestigiosa location del Maschio Angioino sarà presentato il libro-verità "Malaunità" scritto a più mani dai maggiori scrittori e archivisti del meridionalismo contemporaneo.
Presenti tutti gli autori e prestigiosi ospiti, a cominciare da Pino Aprile, Lorenzo Del Boca, Gigi Di Fiore, Lino Patruno e Eddy Napoli che presenterà i suoi due brani allegati al libro dedicati alla fine del Regno meridionale.
Il 16 sarà il giorno della memoria nei simbolici luoghi della Chiesa di San Ferdinando e di Largo di Palazzo. In chiesa ci sarà il ricordo di alcuni nomi di uomini periti per l'antica patria.
A seguire, grande raduno a cui nessun vero meridionalista può mancare; tutti con le bandiere delle Due Sicilie a lutto e ceri accesi in direzione di Largo di Palazzo dove, ai piedi della statua di Carlo di Borbone, sarà deposta una corona di fiori in onore di tutti i martiri che hanno perso la vita per il Sud.
Il 17, giorno della festa nazionale indetta per celebrare la prima seduta del parlamento di Torino del 1861, ci ritroveremo invece in Piazza dei Martiri, dove i 4 leoni (rappresentanti i caduti partenopei della della repubblica napoletana del 1799, dei moti carbonari del 1820, dei moti liberali del 1848 e di quelli garibaldini del 1860) sono "colpevolmente" orfani di un quinto leone, quello simboleggiante i soldati Napoletani morti in battaglia per difendere la patria duosiciliana.
Lì i rappresentanti delle varie associazioni grideranno delle parole emblematiche della colonizzazione del Sud alle quali tutti i presenti risponderanno al grido di "malaunità".